Andiamo per ordine: Giorgio qualche settimana fa era in battuta di zona con una termocamera (questo oggettino quest’anno ci ha aiutato non poco a scovare buchi) per puro caso puntando lo strumento in una zona assolutamente insignificante della montagna nota un flusso prepotente di aria calda in uscita da una fessura, va e guarda e con la sua enorme esperienza vede che forse dentro c’è qualcosa, avvisa noi del gruppo, le talpe alzano le orecchie e si danno appuntamento per disostruire. Le piogge hanno purtroppo ritardato l’esplorazione al 30 mattina.
Ci troviamo presto Andrea Gabriele Giorgio ed io, fa un freddo cane, ci cambiamo carichiamo gli zaini e partiamo….. abbiamo in testa solo quella fessura e laria calda che esce, arriviamo allo scavo dopo un breve tragitto buttiamo il naso dentro e sentiamo caldo, il freddo fuori esalta ancora di più questa sensazione. Da questo momento per 6 ore abbondanti è solo scavo, scavo semplice al calduccio, allo stretto ma al calduccio.
Seguiamo il flusso di aria e ci diamo il cambio di tanto in tanto. La grotta in passato era un rifugio per i tassi, infatti passiamo nel cunicolo attraverso 3 cuccie ormai abbandonate. Questi animaletti hanno portato dentro paglia foglie rametti fin quasi ostruite l’ingresso. Entro io manca poco per vedere cosa c’è effettivamente, mi faccio passare una zappa, si una zappa con il manico bello lungo, una goduria in un cunicolo così stretto, comincio a spostare e avanzare e sposta avanza sposta avanza do un colpo e si apre qualcosa, un tonfo sordo un rimbombo da ambiente più grande…… urlo “pozzo” . Sono contentone, davanti a me un meandro bianco, candido con belle stalattiti, nero sul fondo, il meandro entra nella montagna e poi chissà. Esco, e a turno entrano tutti gli altri. Ormai è buio torniamo indietro, un bel bicchiere per festeggiare la scoperta e farci gli auguri per un altro anno entusiasmante insieme.
Scendo a valle le luci della pianura mi accompagnano verso casa.
Marco A.
