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Storia2019-02-18T18:24:20+00:00

Chi Siamo

Pradis di Sotto, frazione del comune di Clauzetto, si trova nella parte a nord-est della provincia di Pordenone, a ridosso della Carnia.
Quest’area è caratterizzata da diffusi fenomeni carsici di superficie e da cavità ipogee; tali fenomeni furono descritti già nei primi del 1800 dall’agrimensore Francesco Rota, e poi nel 1872 dal dottor Luigi Pognici, che nella sua opera “Guida al distretto dello spilimberghese”, riportò delle grotte “nei pressi di Gerchia” note localmente come Andri blanc e andri scûr.
E sempre qui, l’undici aprile 1966, nasce il Gruppo Speleologico Pradis, prima istituzione speleologica nel Friuli occidentale.
Alla mezzanotte del 24 dicembre 1967, è celebrata la prima Santa Messa del “Natale in grotta”, curata dal Gruppo Speleologico Pradis e nel luglio 1969 è inaugurata la prima “mostra – museo”.
Altra data importante sarà il 16 giugno 1974: viene alla luce la “Grotta dell’orso” che restituirà i resti scheletrici di Ursus spelaeus, ora esposti nel Museo della Grotta di Pradis.
Nel settembre 1975, RAI3 registra la trasmissione “A come avventura”, curata dal regista Bruno Modugno, dal titolo “Discesa nel buio”. Seguiranno altri eventi, tra cui la trasmissione “Ore 20” (RAI), il gemellaggio con gli speleo francesi “Jouy en Josas”, emissioni di cartoline con annulli postali in occasione del  “Natale in grotta” e il 1° Incontro Nazionale sulla Speleologia UISP nel 1997.
Già dal 1983 inizia un lavoro, di studio e ricerca, diretto da Fabio Forti, sulla dissoluzione ed erosione delle rocce carbonatiche degli ambienti carsici.
Seguono le trasmissioni di RAI 1 “Linea verde” con Sandro Vannucci nel 1998 e nel 2001 con Fabrizio Del Noce.
Nel 2002 il GS Pradis istituisce il gruppo di lavoro “Cavità Artificiali” che si propone lo studio delle opere del Vallo Littorio e delle caverne di guerra della Prima guerra mondiale, in collaborazione con l’ARCA.
Oltre all’attività di ricerca ed esplorazione ipogea il GSP promuove l’attività didattica e divulgativa, con corsi di ”Approccio alla speleologia”, rivolte ai giovani dei Centri Estivi e della Comunità Montana, unitamente a corsi di aggiornamento e partecipazioni ad avvenimenti.

Il Gruppo realizza autonomamente diverse pubblicazioni riguardanti il mondo ipogeo, a cui si legano argomenti sulla storia locale e sulla fauna autoctona: di queste ricordiamo: “1966 – 1996, 30° del Gruppo Speleologico Pradis”, “Strumento di misurazione della dissoluzione carsica”, “Rilevamento geologico dell’area di Pradis di Sotto – Prealpi Carniche – Clauzetto”, Storia di un museo”, “Cjaurleç, la mònt di Turiè”, 1966 – 2006 – Quarant’anni del Gruppo Speleologico Pradis”, Tra rocce, fauna e storia” e nel 2016 “Pradis, esplorazioni ed altre storie”; quest’ultimo volume esce in coincidenza con il cinquantesimo di fondazione del Gruppo stesso, nel 2017.
Dal 1994 è attiva la collaborazione con il Catasto Regionale delle Grotte, con quasi 250 nuove grotte scoperte, e dal 2011 la partecipazione al “Progetto targhette”.
Da alcuni anni sono in corso studi sulla Cansiliella servadei, piccolo coleottero troglobio caratterizzato da una nuova catena alimentare, oggetto di studio in collaborazione con l’Università di Padova.
Il 25 aprile 2013, sul monte Cjaurleç, il gruppo scopre un sistema sotterraneo chiamato “Ma che Liberazione” (MCL). Fin’ora sono stati rilevati oltre 2 km di sviluppo planimetrico e una punta massima di profondità di -360m; e contemporaneamente sono in corso studi sulla fauna e sui minerali.
Nel 2016, vicino alle Grotte Verdi, è scoperta la grotta “La bella addormentata” (LBA); un ambiente complesso caratterizzato da condotte, grandi sale e fenomeni concrezionali mai osservati nell’area carsica di Pradis. Lo sviluppo planimetrico rilevato è attualmente di 2,4 km, con diverse ramificazioni da esplorare.