Partiamo sabato mattina in direzione Sella con il meteo che non promette niente di buono, per strada gocciola a tratti e in lontananza -verso il pordenonese- scarica fulmini…
Le previsioni però continuano a dire che fino al pomeriggio terrà… Boh!
Ci riuniamo strada facendo con gli altri e andiamo su. In piazzale a Sella troviamo Tom e beviamo un’altro caffè, con un poco invogliante cielo scuro.
Dopo il caffè incontriamo anche Gianni e Cristina, e quindi altra chiacchiera…
Poi partiamo davvero, saliamo in funivia e cominciamo la classica passeggiata; i nuvoloni continuano a promettere acqua e infine, a 10 minuti da CL1, eccola che arriva… Cavoli, troppe chiacchiere, se partivamo 10 minuti prima ci prendeva quando eravamo già al riparo!
Vabbè, kway, e arriviamo quasi asciutti a CL1. Mentre ci cambiamo e prepariamo i materiali smette, quindi possiamo procedere come da programma.
Roberto, eroico (oppure un po’ ossessionato 😉 ) scende in CL3 a terminare il disarmo, due sacchi più la corda del P105 e poi ci raggiungerà. Bravissimo.
Noi 3 ci armiamo di trapano, mazza, punta, e due (abbondanti) allegri sacchi di corde/attacchi e ci spostiamo verso CL10, per il riarmo e
l’inizio del lavoro di disostruzione della fessura che ci ha fermato alcuni anni addietro.
Per chi avesse perso qualche lezione del capo, riassumo: grazie ad un bellissimo lavoro di rifacimento del rilievo dell’Ab. Modonutti-Savoia, in via di
esecuzione, Andrea si è accorto che lo stesso non passa proprio sotto CL10, ma sembra evitarlo. Se prima CL10 poteva essere interessante come nuovo ingresso del complesso del Col Lopic, ora diventa ancora più interessante come abisso che “potrebbe andare per conto suo!”.
Tornando a noi: iniziamo l’opera di riarmo, che ci porta via più tempo di quel che pensavamo, un po’ perchè cerchiamo di fare un bel lavoro per lasciare l’armo fisso, un po’ perchè il ghiaccio sotto il secondo pozzo è sceso ancora in questi anni, e la finestra che avevamo aperto non è più sul fondo ma a diversi metri di altezza… e ci ritroviamo a fare una piccola risalita.
Comunque proseguiamo, Roberto ci raggiunge, ed arriviamo sul fondo. Mentre la memoria dei presenti latitava sulla via di discesa da seguire, non avevamo dubbi su cosa avremmo trovato sul fondo: fessura piena di massi, con molta aria e con un bruttissimo stillicidio proprio sopra…
😒
Alla fine per non prender troppa roba non abbiamo portato il telo, ma sarebbe proprio servito!
Vabbè, abbiamo un kway, Andrea non sente il freddo e quindi cominciamo lo stesso i lavori. Tiriamo fuori un bel po’ di materiale, cominciamo anche
ad allargare la fessura e alla fine -ormai pieni di freddo- si comincia a vedere il passaggio oltre! Non si capisce bene se continua e come, ma si vede che la fessura si apre. Ancora qualche ora di lavoro, ma non oggi! 😊
Uscendo recuperiamo le corde dove necessario e disarmiamo solo il pozzo di ingresso. Torneremo!
PS: ovviamente usciamo con un cielo abbastanza sereno, mentre nuvole e un bel tramonto ci accompagneranno verso la macchina, senza neanche una goccia di pioggia. Grazie Cergnala.
Alla prossima.
Gabriele