Tra una fetta di panettone e l’altra, tra il 24 e il 26 mi sento con Roberto e con Andrea per far qualcosa, per approfittare di qualche giorno di ferie. In un primo momento volevo andare a risalire in MCL, ma poi dato che eravamo in 3 scegliamo di andare a dare un colpetto nelle zone terminali di Gleseute.
Via. Ritrovo a Nimis per le 8, caffè, e saliamo verso l’ingresso. Il Ghembo è con il mal di schiena (invecchia anche lui), ma -caso più unico che raro- con l’andare in grotta lui si sistema, tanto che a fine giornata dichiarerà di sentirsi molto meglio…!
All’esterno fa freddo ma non freddissimo, ed infatti la circolazione d’aria non è molto consistente.
Scendiamo fino al fondo. Qui la grotta sembra impostarsi su un alto meandro, alto ma quasi completamente occluso da crolli, concrezioni & co. Sono state trovate sostanzialmente 3 vie, una più alta con galleria ma che chiude in concrezione, una più bassa attiva ma molto rognosa – ferma su strettoie, ed una intermedia anche lei “ricca” di crolli e concrezioni; ed è proprio su quest’ultima che ci porta Andrea.
Aveva già iniziato a lavorare un meandrino, aprendo i primi metri, e da lì ricominciamo. Ci lavoriamo un po’, avanzando ancora, ma presto ci ritroviamo contro una grossa frana, che occlude completamente l’avanzata. Si potrebbe continuare, ma completamente alla cieca, con la necessità di rompere ed estrarre parecchio materiale, in un posto piuttosto scomodo, e con dubbi risultati…
Torniamo un pelino indietro e proviamo ad aprire un passaggio poco più in su, anche qui con dubbie possibilità e ormai senza alcuna circolazione d’aria (fuori la temperatura deve essere salita ancora). Niente, dopo un po’ lasciamo perdere e teniamo le ultime energie per allargare un paio di passaggi che ci sono all’ingresso del ramo, nell’eventualità decidessimo di tornare!
Uscita in tempo per la cena; Andrea segnala che per una quarantina di minuti non è stato possibile classificare il giro come “no watch”, dato che è durato 11h e 20min… 🙂
Discutendone quel giorno e riparlandone ieri ci viene da pensare che nella prossima occasione si possa provare a rendere un po’ più comodi i passaggi per approfondire l’esplorazione nel ramo più basso, magari in condizioni metereologiche un po’ più “vive”.
Chissà che per di lì la grotta non possa essere un po’ più generosa…!
Mandi, alla prossima!
Gabriele